venerdì 13 luglio 2012
VARIANTI E VARIANTINE
Sono passate ormai diverse settimane da quando il consiglio comunale ha approvato la cosiddetta variante speciale per le borgate e manca qualsiasi notizia sul seguito di questo provvedimento.
Le ultime che abbiamo avuto nel corso di un incontro con il sindaco di qualche settimana fa, dicono che la variante è ancora negli uffici del Comune. Se dopo questo incontro abbia preso o meno la strada della Regione per il compimento degli atti definitivi che la renderanno operante, non sappiamo.
Mentre questo provvedimento atteso dai cittadini delle borgate pur con tutti i suoi limiti non riesce a vedere la luce, continua a lavorare con assiduità la lobby del mattone.
In questi giorni assistiamo alle polemiche e alle reciproche accuse che si scambiano sulla stampa esponenti delle diverse forze politiche presenti nell’amministrazione comunale in relazione a responsabilità che si sono assunte e si assumono con la continua proposta di varianti e variantine.
Questo avviene mentre oltre il 30 per cento dei cittadini delle borgate è stato privato del legittimo diritto a vedersi inserito nella variante perché sarebbe stato superato il limite imposto dal piano regolatore del 1973.
A questa sorta di diktat le borgate si sono piegate, in quanto questa vicenda trentennale era tempo che venisse conclusa, perché dei risultati erano stati comunque raggiunti e perché rassicurati dagli impegni assunti dal Sindaco, che avrebbe utilizzato tutti gli strumenti disponibili per recuperare il danno ingiustamente subito: riproposizione della variante, utilizzazione del Piano Casa, avvio delle procedure per il nuovo Piano Regolatore Generale.
Ma mentre la situazione per quanto riguarda la conclusione dell’iter della variante è quella sopra descritta, i famosi vincoli del PRG del 1973 sono stati in questi anni ampiamente violati e continuano ad esserlo come dimostrano le polemiche e gli scontri che si verificano in relazione ai casi più recenti, dalla variante ASI, a quella sull’area di Via Cattaneo, dei Due Pini e lottizzazioni varie.
Una vera provocazione nei confronti dei cittadini delle borgate.
Chi ha la responsabilità del governo della città e del rispetto delle regole, tutte, comprese quelle sull’urbanistica, non può permettere discriminazioni e deve perciò assumersi le conseguenti
responsabilità che sono, in questo caso, quelle di bloccare ogni intervento urbanistico che non solo è fuori dai vincoli fissati, ma compromette quell’ordinato sviluppo della città che dovrebbe essere realizzato dal nuovo piano regolatore generale di cui tanto si parla, senza però che questa idea faccia passi avanti.
Se si vuole dare fiato al sistema economico cittadino, anziché consentire ulteriore consumo del territorio, si intervenga sul recupero urbanistico delle borgate, dove si può ottenere il duplice risultato di rilanciare l’occupazione e le attività economiche dirette e indotte e realizzare il miglioramento delle condizioni sociali e di vita dei cittadini.
Su questo obiettivo va verificata la volontà del Sindaco, della Giunta e dell’intero consiglio comunale, di rispondere ai bisogni dei cittadini delle borgate, ma anche della città.
Dobbiamo rivendicare da loro un chiaro pronunciamento contro ulteriori interventi urbanistici che non siano indirizzati a dare attuazione alla variante per le borgate e ad avviare il loro recupero urbanistico, ambientale e sociale, qualunque sia lo strumento a tal fine utilizzato.
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